Luigi Sabbetti

Quante professioni verranno sostituite dall’intelligenza artificiale?

di Luigi Sabbetti // Pubblicato il: // Ultimo aggiornamento:

Il mondo del lavoro è cambiato in maniera particolarmente profonda con l’avvento della rivoluzione tecnologica. Il processo di digitalizzazione ha arrecato dei cambiamenti straordinariamente profondi ad ogni branca della nostra società, lasciandoci interdetti di fronte alla mutevolezza dei paradigmi di riferimento. Ovviamente, tutto questo si è riflesso in maniera pedissequa anche nel mondo del lavoro, dove la tecnologia ha completamente preso il sopravvento, spingendo le imprese – a prescindere dal settore di riferimento e dalle loro dimensioni – verso nuove sfide, pur mettendo a loro disposizione strumenti sempre più performanti per vincerle.

Inutile dire che la tecnologia spaventi ancora, soprattutto quando si pensa al potenziale infinito di strumenti come l’intelligenza artificiale e alla chimera che attanaglia moltissimi professionisti: la loro sostituzione a causa di software sempre più performanti: Molte professioni magari non spariranno del tutto ma cambieranno in maniera sostanziale con l’introduzione dell’intelligenza artificiale; tuttavia, citando un passaggio presente nell’intervento di Roberto Serra al TEDx di Legnano, affinché questa tecnologia (che probabilmente rivoluzionerà il mondo del lavoro) abbia un impatto positivo sulla vita delle persone, sarà importante avere con essa un approccio simile a quello che si è avuto con il fuoco, ovvero utilizzarla con cautela.

Insomma, come si suol dire tutto si crea e nulla si distrugge. Ciò nonostante, per poter applicare in maniera propositiva questa logica anche all’interno delle imprese, ancora una volta, a prescindere dalla tipologia a cui appartengono, è necessario che queste ultime adottino una visione della tecnologia e di strumenti come le intelligenze artificiali che sia funzionale all’aumento della produttività, senza demonizzarle o accusarle prima ancora di qualsivoglia tipologia di campanello d’allarme, di essere le fautrici della disoccupazione dell’organico umano.

Questa ipotesi – per quanto desti timore – si rivela pressoché inverosimile, anche e soprattutto a causa della mancanza della componente umana nelle prestazioni delle intelligenze artificiali, incapaci di fornire un apporto emotivo in grado di distinguere una performance umana da quella di una macchina. In ogni caso, le tendenze in materia di sviluppo delle intelligenze artificiali si rivelano leggermente preoccupanti, con alcune stime già presenti relative ai lavori più vulnerabili all’intelligenza artificiale. Vi elenchiamo di seguito alcune professioni tra queste, pur preservando la visione per la quale un utilizzo ragionato di questi strumenti possa giovare ai professionisti, invece che comprometterne la posizione.

Il lavoro umano è a rischio a causa dell’Intelligenza Artificiale? Premesse

Prima di entrare nel merito della questione e segnalarvi i lavori potenzialmente a rischio a causa dell’avanzata tecnologica delle intelligenze artificiali, riteniamo opportuno sottolineare come, almeno stando a quanto dichiarato dagli esperti in materia, le professioni che potrebbero risultare compromesse dalle intelligenze artificiali sarebbero quelle che richiedono lo svolgimento di compiti ripetitivi e prevedibili.

Possiamo, ad esempio, fare riferimento ai lavori di produzione in catena di montaggio, visto che questi coinvolgono una serie di movimenti meccanici facilmente automatizzabili poiché standardizzati. Come già precedentemente accennato, però, la componente umana sarà difficilmente esclusa, variando, con investimenti in formazione e nuove concezioni in merito a mansioni già esistenti, con cui poter integrare al meglio le soft skill umane e le hard skill delle intelligenze artificiali. Una volta fatte le dovute premesse, andiamo a scoprire quali sono i lavori a rischio a causa delle intelligenze artificiali.

Ruoli amministrativi di livello base

La prima voce all’interno di questa nostra classifica riguarda i ruoli amministrativi; forse già tra quelli più a rischio a causa dell’avanzamento sul fronte tecnologico delle intelligenze artificiali. I software già disponibili all’uso, infatti, sono capaci di eseguire mansioni amministrative di base come prendere appunti, correggere documenti, scrivere riassunti, gestire fogli di calcolo. L’intelligenza artificiale potrebbe arrecare un efficiente supporto amministrativo alle realtà di settore, automatizzando i processi più semplici e, di conseguenza, rendendo non necessaria la presenza di una componente umana per i suddetti procedimenti.

Immissione dati e programmazione

L’intelligenza artificiale si rivela particolarmente efficiente nello svolgimento di mansioni tecniche. Non c’è di che stupirsi, dunque, se tra le professioni più a rischio troviamo i ruoli di immissione dati. Si tratta, del resto, di un’attività meccanica che segue una serie di regole ben definite. Questo si traduce in un’estrema facilità di automatizzare il processo, vista la sua natura ripetitiva e logica. Ovviamente, in questa stessa sede non possiamo fare a meno di citare anche i ruoli di programmazione e software engineering, visto che già le intelligenze artificiali rese disponibili per il pubblico di massa sono in grado di programmare con elevata efficienza e precisione. L’intelligenza artificiale potrebbe, se non altro, automatizzare i test ripetitivi che gli ingegneri eseguono durante lo sviluppo di un programma ed ottimizzare la ricerca di eventuali bug o falle di sistema. Tutto questo, potrebbe rivelarsi, in fin dei conti, un vantaggio per i programmatori umani che potrebbero dedicare il loro lavoro alla ricerca di metodi di programmazione più efficienti o all’ottimizzazione generale della produttività.

Customer service

La gestione delle richieste del servizio clienti può essere ampiamente ottimizzata attraverso l’utilizzo di software di intelligenza artificiale. Diverse piccole imprese, del resto, non hanno la possibilità di assumere nuovo personale utile per lo svolgimento di ruoli di questo tipo. È per questo motivo che sono già diverse le realtà che stanno sfruttando le intelligenze artificiali per sopperire alla mancanza di operatori del customer service. A dire il vero, comunque, non si tratta di una tendenza esclusiva delle piccole imprese, riflettendosi soprattutto sui giganti del retail come Amazon che utilizza l’intelligenza artificiale per la gestione del servizio clienti da qualche anno ormai.

Hard & Soft skills blending: le opportunità di una collaborazione tra umani e AI

Come già precedentemente accennato, guardare con diffidenza verso l’utilizzo delle intelligenze artificiali potrebbe essere molto controproducente nel mondo del lavoro di oggi. Sebbene, quindi, richieda numerose sfide, è importante assumere un’ottica propositiva nei confronti di questa tecnologia, in modo da integrarla al meglio nella pratica lavorativa, ottimizzando i processi di produzione e mantenendo un vantaggio competitivo sulla pletora di competitor. Utilizzare in maniera efficiente le AI, infatti, permette alle company di implementare la precisione, senza rinunciare all’apporto creativo ed emozionale della componente umana, sempre più preziosa.

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